Ontologia Della Speranza

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Sinopsis

Invocata nei tempi di crisi, come quelli che stiamo vivendo, la speranza è per il pensiero una matassa assai ingarbugliata. Perché, ad esempio, quando speriamo il tempo si apre davanti a noi, mentre quando ci prende la disperazione ci sentiamo dis-orientati? Il viaggio di Primavera Fisogni muove con il candore e il rigore della fenomenologia da queste due coordinate della condizione umana – lo spazio e il tempo – per superarle, attraverso la lezione della metafisica realistica di San Tommaso d’Aquino, in un ingrediente ulteriore in cui mette radici l’essere stesso della speranza. Sentire la vita, afferrarne il bene nella sua forma più originaria di positivo, consente di risolvere le aporie e le apparenti contraddizioni dell’atto di sperare. Non semplice aspirazione, ma possibile pratica – questo il messaggio della ricerca -, la speranza si rivela legata a doppio filo alle sue forme mancate, al disagio di vivere: in particolare, essa insorge nella fase dello svezzamento, quando l’angoscia per l’assenza della madre fa sperimentare un vuoto destabilizzante. Nel suo percorso per cogliere qualcosa di valido dell’essere della speranza (questo il senso dell’Ontologia del titolo), l’autrice dialoga con il biblico Giobbe, la boccaccesca Griselda, le vittime di mala giustizia della Colonna Infame, incontrando Anna Karenina e la “troppa vita” di Antonia Pozzi. Serrato, il confronto filosofico porta l’autrice a misurarsi con G.E.M. Anscombe, Max Scheler, Walter Benjamin, spingendosi fino ad interrogare l’Emdr, metodica psicoterapeutica che riapre, per curarla, la memoria dei traumi.